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EMDR - informazioni

  • Immagine del redattore: Monica Mazzacuva
    Monica Mazzacuva
  • 25 apr 2024
  • Tempo di lettura: 6 min

1. INTRODUZIONE ALL’EMDR

L’EMDR nasce negli Stati Uniti dal lavoro di Francine Shapiro e si afferma come approccio terapeutico nel 1987. È stato introdotto in Italia solo a partire dal 1999.

Si tratta di un metodo complesso, che mette insieme differenti correnti clinico-teoriche e sfrutta il naturale processo di elaborazione e autoguarigione del cervello.

Viene impiegato per il trattamento di molte psicopatologie:

• Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD);

• PTSD complesso;

• Dipendenze patologiche (sessuali, alimentari, shopping compulsivo, internet, sostanze, gioco d’azzardo);

• Disturbi del Comportamento Alimentare (anoressia nervosa, bulimia nervosa, binge eating disorder);

• Disturbo Borderline di Personalità;

• Attacchi di Panico;

• Fobie;

• Disturbo Ossessivo Compulsivo;

In particolare, l'EMDR è rinomato per l’elaborazione di eventi stressanti o traumatici, dunque si rivela eccezionalmente utile per:

- esperienze oggettivamente/soggettivamente traumatiche vissute durante l’età dello sviluppo;

- esperienze di vita stressanti (es: lutti, malattie croniche o invalidanti, cambiamenti destabilizzanti, alta conflittualità);

- esperienze traumatizzanti causate da disastri naturali oppure provocate dall'uomo (es: violenze, abusi, incidenti).

La sua efficacia è evidence based, ovvero comprovata da diversi studi scientifici che ne descrivono i correlati neurobiologici e chimici.

Sono formati all’utilizzo dell’EMDR soltanto i medici e gli psicologi in fase di abilitazione/ già abilitati alla psicoterapia.

Non ci sono limiti anagrafici per la sua applicazione: funziona su tutte le fasce di età, cambia solo il metodo di implementazione del protocollo (es: con i bambini viene stimolata la produzione di disegni per facilitare l’elaborazione e l’integrazione).

Esistono protocolli specifici utilizzati nell’area del benessere, per migliorare le performance nelle prestazioni di picco (nel lavoro, nello sport, nell’arte, nello spettacolo e altri ambiti).



2. IN COSA CONSISTE L’EMDR

L’acronimo EMDR sta per :

• EM – Eye Movement (Movimenti Oculari)

• D – Desensitization (Desensibilizzazione)

• R – Reprocessing (Riprocessamento)

Cosa significa?

Descrive in quattro parole la tecnica che facilita l’elaborazione delle informazioni nel cervello.

Quando viviamo una esperienza traumatizzante, infatti, il processo di elaborazione di quanto stiamo esperendo può bloccarsi e rimanere incompiuto.

I dati, scomposti in componenti cognitive, emotive, sensoriali e somatiche, vengono processati ma rimangono come in sospeso: scomposti, intrappolati nelle reti di memoria in maniera non integrata.

Questa disaggregazione può dar vita a una serie di sintomi e disagi (psichici e somatici) che si attivano quando le componenti rimaste dis-integrate vengono risvegliate da trigger (cioè inneschi riattualizzanti) relazionali o ambientali.

È necessario allora un intervento capace di stimolare il processo di autoguarigione e integrazione del cervello.

Stimolando l’emisfero cerebrale sinistro e quello destro attraverso i Movimenti Oculari alternati (oppure con altre stimolazioni bilaterali, come il tapping), si favorisce il processo di Desensibilizzazione dell’intensità emotiva associata al ricordo traumatico (generatore di disturbi/sintomi), rendendone possibile l’integrazione cognitiva.

Il Riprocessamento, che è successivo, permette l’accesso a informazioni nuove e agli insight, consentendo di rileggere e rielaborare nel presente l’esperienza passata.

In altri termini (usando quelli del sito www.emdr.it) :

“Dopo una o più sedute di EMDR, i ricordi disturbanti legati all’evento traumatico hanno una desensibilizzazione, perdono la loro carica emotiva negativa. Il cambiamento è molto rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento. L’immagine cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono, diventando più adattivi dal punto di vista terapeutico e le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità.”

Cosa accade durante le sedute EMDR?

Il terapeuta lavora con il paziente su un elenco di ricordi target che vengono precedentemente identificati e concordati, inseriti nel piano terapeutico.

Utilizzando un protocollo strutturato, il professionista guida l’assistito nella descrizione dell'evento preso in esame e, in particolare, dei suoi aspetti più disturbanti.

L’elaborazione viene sostenuta tramite la stimolazione dei movimenti oculari o altre tipologie di stimolazione bilaterale alternata.

Queste vengono interrotte a intervalli regolari, per verificare l’andamento del processo, fino a giungere alla risoluzione adattiva della sensazione di disturbo.

Durante la seduta il paziente può sperimentare abreazioni ed emozioni intense ma, entro il termine del colloquio, si raggiunge una notevole riduzione nel livello di disturbo associato all'esperienza, da un punto di vista sia emotivo che somatico.

Il ricordo trattato non scompare, ma viene ricollocato nel flusso dell’esperienza passata e non più attuale.

Su Youtube è possibile trovare video di dimostrazione della stimolazione bilaterale con movimenti oculari.

Nonostante possa sembrare una tecnica semplice da replicare, è altamente sconsigliato provare da soli le stimolazioni a casa, così da evitare di attivare inutilmente canali associativi anche spiacevoli, senza poterli trattare.



3. IL MODELLO DELL’ELABORAZIONE ADATTIVA DELL’INFORMAZIONE

L’EMDR poggia sugli assunti di un preciso modello teorico, quello della AIP (Adaptive Information Processing – Elaborazione Adattiva dell’Informazione).

Secondo il modello AIP, noi esseri umani possediamo un sistema innato di elaborazione e integrazione delle informazioni che recepiamo dall’ambiente.

Questo sistema organizza i nuovi dati in entrata attraverso collegamenti con le esperienze e le informazioni passate, favorendo così nuovi apprendimenti, la soluzione di problemi e la riduzione dello stress.

Le informazioni vengono generalmente immagazzinate sottoforma di input di tipo:

• sensoriale (immagini, suoni, odori, percezioni tattili)

• cognitivo (pensieri e credenze su di sé, sugli altri e sul mondo)

• emotivo

• corporeo

e seguono naturalmente un processo di integrazione che li lega insieme in un’unica esperienza.

Quando però la nostra memoria deve processare un evento fortemente stressante o traumatico, il processo di integrazione dei diversi input viene bloccato dall’attivazione emotiva e dalle secrezioni neurobiologiche associate.

Le informazioni (sensoriali, corporee, cognitive ed emotive) restano come interrotte e congelate:

il ricordo è incompiuto, frammentato in parti disconnesse. Una sorta di puzzle irrisolto, con tasselli separati.

Alcuni di questi tasselli informativi faticano ad accedere alla coscienza, altri invece sono più facilmente rievocabili, ma carichi di una forte intensità emotiva. Diventano perciò in grado di riattivare e rievocare altre parti del vissuto traumatico anche a distanza di molto tempo, e in situazioni apparentemente non minacciose.

Contrariamente a ciò che spesso si afferma (e desidera), infatti, il ricordo traumatico non è del tutto scomparso: semplicemente rimane scomposto e attivo “sotto traccia”, fino a quando il nostro cervello non mette in connessione le aree neurologiche che ne riattivano una o più parti rimaste isolate.

Il lavoro con EMDR, tramite la stimolazione bilaterale facilita la loro integrazione, desensibilizza la quota di carica emotiva disadattiva e riprocessa le informazioni consentendo l’accesso a nuovi significati.

A questo punto di solito nasce spontanea una domanda, per nulla banale:

è necessario avere subito un trauma per sviluppare un disturbo o un sintomo psicologico?

4. TRAUMI T E TRAUMI t

Il modello teorico cui fa riferimento l’EMDR differenzia due tipi di esperienze potenzialmente traumatiche: i traumi T (maiuscolo) e i traumi t (minuscolo).

I traumi T sono eventi singoli, ben riconoscibili e collocabili nel tempo.

Si tratta di quelle situazioni in cui una persona ha provato per sé stessa (oppure per un altro caro significativo) una minaccia alla vita o all’incolumità fisica, sperimentando una sensazione di pericolo soverchiante la propria capacità di potervi far fronte in quel determinato momento.

I disastri naturali (come i terremoti), quelli provocati dall’uomo (incidenti, violenze, abusi), lutti particolari e aborti fanno parte di questa categoria.

Segnano facilmente un “prima” e un “dopo” databili, cui segue un cambiamento nel modo di “funzionare” solito.

I traumi t sono invece per lo più di natura relazionale e hanno a che fare con eventi avversi che si interiorizzano nella propria identità.

Spesso sono dati dalla somma di avvenimenti difficili , vissuti in età precoce o nelle prime fasi di sviluppo infantile, che hanno generato una potente esperienza di insicurezza influenzando in maniera negativa il senso di sé e il modo di interpretare le relazioni con gli altri e con il mondo esterno.

Non sono facilmente databili, in quanto continuativi e percepiti come meno “eccezionali” rispetto a un trauma T.

Tra i traumi t rientrano quelli dell’attaccamento, ovvero:

“situazioni in cui si verifica trascuratezza psicologica o una grave mancanza di protezione (sia fisica che psicologica) da parte delle figure di riferimento durante l’infanzia, dovute ad assenza fisica o emotiva del genitore accudente (neglect) o a maltrattamenti e abusi messi in atto precocemente, soprattutto da parte dei genitori, oppure ancora dovuta a situazioni in cui il bambino ha organizzato il proprio comportamento e il proprio sentire in funzione di poter accudire la figura genitoriale vissuta come richiedente.” *

Infine, non è insolito che i traumi t diventino fattori di rischio e di esposizione a uno o più traumi T (es: abuso sessuale extrafamigliare o intrafamigliare; gravi episodi di violenza domestica).

In questi casi, si parla di trauma complesso.


* citazione tratta da EMDR: modello e applicazioni cliniche (2019) - I. Fernandez , A.R. Verardo


 
 

Dott.ssa Monica Mazzacuva - Psicologa Psicoterapeuta - Como

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